La lunga storia di eccellenza del colorificio tirreno:

Pionieri del settore in quasi 80 anni di storia

Il Colorificio Tirreno, nato nel 1946, nasce come risposta diretta alle esigenze post-belliche dell’Italia. Angiolo Bini, nato a Livorno il 22 ottobre del 1913, all’età di 33 anni, decide di abbandonare la sua precedente attività di manutenzione delle caldaie per navi da guerra per intraprendere un nuovo percorso come venditore di materiali edili, con particolare attenzione alle vernici.

L’idea gli viene quando, durante un incontro con un cliente di nome Barbieri, quando Bini nota una raffinatrice monocilindrica per la produzione di vernici. Da questo incontro prende vita la nuova impresa e la fondazione del Colorificio Tirreno. All’inizio i soci sono cinque e tra loro spiccano Bini, Barbieri e il cognato di quest’ultimo, Luigi Checcacci. Sarà proprio Checcacci, nato a La Spezia il 2 dicembre del 1915 a rimanere al fianco di Bini e insieme acquisteranno anche le quote degli altri soci.

La gestione operativa dell’azienda è divisa tra Bini, che si occupa della produzione e della parte chimica di ricerca e sviluppo, e il dottor Checcacci, coinvolto nell’amministrazione e nella parte commerciale.

I primi anni sono caratterizzati da un’immersione completa nella produzione di vernici antiruggine. Ci si concentra in particolare sull’affermato Minio di Piombo, un componente molto richiesto, ma all’epoca di difficile reperibilità sul mercato.In questi anni l’azienda opera in un fondo di piccole dimensioni, in Via Crispi a La Spezia, ed è proprio in questo minuscolo fondo che i due soci iniziano a produrre e vendere quantità talmente importanti di vernice, da trovarsi presto nella necessità di assumere nuovi operai e personale.

A questo punto devono anche spostarsi in uno stabilimento abbastanza grande da riuscire a ospitare un’azienda chimica di produzione. Infatti, cinque anni dopo l’inizio dell’attività, si verifica un momento fondamentale nella crescita dell’azienda: l’acquisizione di un terreno più ampio di 3000 mq con un capannone spazioso in via Vappa, sempre a La Spezia. Questo trasferimento rappresenta un punto di svolta cruciale, consentendo al Colorificio Tirreno di ampliare significativamente la propria capacità produttiva e di adottare un approccio più ambizioso verso il mercato nazionale. Nonostante l’espansione, l’azienda ha sempre mantenuto un legame stretto con la sua equipe e la clientela, preservando una gestione diretta e un’instancabile attenzione alla qualità dei suoi prodotti.

Il Colorificio Tirreno si afferma rapidamente, attirando l’attenzione dei costruttori edili, dei cantieri navali e dei rivenditori di ferramenta. Questo periodo iniziale è di fondamentale importanza, perché permette a chi lavora nella nostra azienda di crearsi un solido bagaglio di conoscenze nel settore dell’edilizia e della vendita al dettaglio, elementi che diventano caratteristici del DNA aziendale.

Avvalendosi di tecnici qualificati, nonché del supporto di ricerca dei primi produttori mondiali di materie prime, che assicurano la loro collaborazione al laboratorio nella formulazione e nella messa a punto dei prodotti, il Marchio del Colorificio Tirreno viene ben presto riconosciuto per qualità ed affidabilità su tutto il territorio nazionale sul quale si sviluppa la rete di vendita.

Intorno al 1970, i due soci fondatori decidono di espandere ulteriormente l’azienda investendo parte dei soldi nell’acquisizione di un altro terreno più ampio con tre capannoni.

L’entrata della seconda generazione nel 1972, rappresentata da Gian Checcacci e Adelchi Serafini segna il passaggio della società da SNC a SPA. Adelchi e Gian affiancarono Bini e Checcacci fino al 1988, quando i fondatori decidono di andare in pensione e la seconda generazione prende il controllo definitivo dell’azienda.

L’anno 1995 segna un altro capitolo significativo nella storia del Colorificio Tirreno con l’acquisizione del prestigioso marchio Ottazzi, una rinomata fabbrica di vernici nota per la sua eccellenza nel settore degli imbianchini. Questa strategica operazione diventa un trampolino di lancio per il Colorificio Tirreno, poiché consente un’espansione significativa del proprio portafoglio clienti. L’ingresso di Ottazzi dà un notevole impulso al fatturato complessivo, consolidando la posizione della marca come una delle più ambite nel settore. Ancora oggi, Ottazzi rimane un nome di prim’ordine, costantemente ricercato dagli imbianchini per le sue eccezionali caratteristiche tecniche e professionali, rappresentando un punto fermo nel panorama delle vernici di alta qualità.

Intorno al 2000, il Colorificio intraprende un graduale trasferimento della produzione da La Spezia a Ceparana, realizzando questa transizione in varie fasi per garantire continuità operativa. Forti della nostra buona conoscenza del settore abbiamo operato, di concerto con i nostri clienti, nell’ottica di trasformare, così come i tempi richiedono, un “magazzino” di colori in un negozio super attrezzato e in grado di soddisfare sia l’utente professionale più attento alle tematiche dei nostri giorni, e quindi bisognoso di prodotti di alta specializzazione, sia il privato, il classico “ fai da te “, sempre pronto a recepire le ultime novità.

In questa fase si inserisce la nascita e lo sviluppo dei sistemi e delle macchine tintometriche che hanno praticamente trasformato una rivendita di colori in un vero e proprio colorificio, in grado di soddisfare, in tempo reale, qualunque esigenza del proprio cliente. L’affermazione di questo tipo di negozio ha favorito in modo determinante lo sviluppo delle vendite dei prodotti vernicianti verso impresari e professionisti che hanno trovato nel Rivenditore un partner ormai insostituibile.

La terza generazione inizia ad entrare nel 1998 con l’ingresso di Davide Serafini, che assume gradualmente il controllo del reparto produttivo e della parte chimica, e nel 2008 con Edoardo Valli per la parte commerciale e Simone Serafini per quella amministrativa.

Si sta preparando il terreno per il passaggio generazionale del 2015, quando chi era subentrato a Bini e Checcacci, lascia adesso la gestione dell’azienda a favore della terza generazione. L’azienda intanto compie i suoi 70 anni.